nonna Elda

La Famiglia Bertolotti “Paolet” proveniva da Tiarno di Sopra.

Il nonno Germano Bertolotti era un bravo ebanista che aveva studiato nelle scuole austriache; aveva molteplici interessi, si curava di fotografia, e di api. Appassionato del suo mestiere, studiava a fondo i progetti dei mobili che gli venivano commissionati. Nella casa Zecchini a Molina di Ledro esistono ancora molti mobili costruiti da nonno Germano per la figlia Elda che mostrano tutta la sua abilità di ebanista.

Il nonno era un bell’uomo alto e robusto con folti baffi bianchi alla moda del suo tempo. Si sposò con nonna Giuditta Piva della famiglia “Bolò” di Molina di Ledro ed ebbero tredici figli, otto dei quali morirono in tenera età. Elda era l’unica figlia femmina.

Durante la prima Grande Guerra, a tredici anni, mamma Elda con la famiglia fu profuga a Schwatz, in Moravia.

Dopo il rientro in Italia, il nonno Germano si trasferì a Riva del Garda, in zona S. Giacomo, in una casa con laboratorio e continuò il suo lavoro di ebanista. Qualche anno dopo vendette tutto e su pressione di nonna Giuditta, acquistò un edificio a Molina di Ledro che trasformo in laboratorio e una casa d’abitazione in paese.

Nonna Elda si sposò il 2 maggio 1929 (primo matrimonio concordatario a Molina di Ledro) con Mario Zecchini da poco laureato medico ed ebbero 7 figli.

Camilla e Marta

Cara mamma, cara nonna e anche cara bisnonna !
Non avresti mai pensato, tu nata agli albori del 1900, di ricevere notizie direttamente dal XXI secolo… ti dedichiamo queste quattro righe pensandoti serenamente e ricordandoti con tutto l’affetto che si può serbare a chi ci ha preceduto e con pesanti sacrifici e saggia fiducia nel domani ci ha spianato il cammino. Ormai sei la capostipite di una grande famiglia ! Ogni anno il Signore ci dona qualche nuovo bimbo da coccolare e da indirizzare sulla Buona Strada, quella che anche tu hai percorso; i figli che hai accolto a loro volta hanno accolto altri figli che hanno accolto i loro, in una storia ripetitiva che serbiamo gelosamente e con orgoglio presentiamo agli altri quando festeggiamo la nostra Cuginata.

Alessia – Ricordo della nonna Elda a 25 anni dalla morte

 

Sono tre anni che vado con Renzo in Baviera per consegnare un premio del Consiglio d’Europa. Sulla strada che da Innsbruck va verso Salisburgo, non molti chilometri da Innsbruck, sulla destra si scorge Schwaz col suo castello in alto.

Il mio pensiero va alla mia mamma, la nonna Elda, che lì ha vissuto il brutto periodo della 1a Guerra Mondiale. Era una bambina, essendo nata nel 1901 e quell’esperienza ha lasciato un segno in lei per tutta la vita.

Diceva spesso, in casa, che avrebbe desiderato tornare, anche se, probabilmente non avrebbe più trovato niente di allora. Nel bilancio famigliare della nostra famiglia non esisteva la voce viaggio-vacanza e, a maggior ragione, viaggio all’estero. La mamma negli anni settanta godeva di una piccola pensione INPS e aveva ricevuto degli arretrati. Così l’anno in cui mi sono laureata (1969) in settembre mi pare, abbiamo organizzato il “ritorno a Schwaz” assieme a Marco. La mamma fino al Brennero aveva il biglietto del treno gratis perché famigliare diretta di Marco che lavorava nelle FF.SS. Solo io avrei pagato il biglietto intero.

Non ricordo tanti particolari di questa visita, so di certo che alla mamma sembrava di vedere tutto nuovo; ricordava la zona prossima alla stazione e soprattutto il grande e storico maniero che sovrastava la ridente cittadina.

Invece ella legava a quei luoghi le persone che erano con lei, la sua famiglia con i fratelli Gino ed Elio (classe 1911), le famiglie di Molina (Maria Chinatti con Lea e Danilo, la zia materna Giuseppina con i cugini Valeria e Dario) e quelle di Tiarno (Antonietta Merli) a cui era toccata la sorte di andar via dal paese.

Ricordava le preoccupazioni che la sua mamma (nonna Giuditta per noi) nutriva per i tre figli più grandi (Arturo, Tullio, Lino arruolati nell’esercito austro-ungarico) e poi finalmente il ritorno con i cugini Valeria e Dario che avevano visto morire la mamma di spagnola poco prima della fine della guerra.

Tutto riviveva pensando alla sua mamma che teneva unita la famiglia riferendosi a lei unica femmina della casa!

Schwaz è piaciuta alla nonna Elda che l’ha trovata pulita, ordinata, ricca di monumenti. Abbiamo dormito in un alberghetto lindo, sotto piumini d’oca … abbiamo gustato il pane nero a colazione, i piatti tirolesi a pranzo!Nel ritorno ci siamo fermati ad Innsbruck il tempo per vedere il “Goldenes Dachl” e camminare nel centro lungo la Maria Theresien Strasse e comperare qualcosa di tirolese in quei bei negozi di stoffe.

Vi ricordo che la nonna Elda aveva un po’ di sangue austriaco e parlava con molta venerazione dell’imperatore Francesco Giuseppe e con altrettanto entusiasmo di Maria Teresa che tanto aveva fatto per l’istruzione scolastica e per la valorizzazione delle donne. Inoltre conosceva molto bene la storia dell’impero austro-ungarico; non aveva grandi titoli di studio, ma scriveva con una calligrafia molto chiara e ordinata (del tutto persa ai nostri giorni). Dopo sposata si era fatta una cultura anche nella letteratura italiana da Dante al Manzoni.

Cara Schwaz che hai visto la mia mamma bambina in un triste periodo di guerra e l’hai rivista, dopo tante fatiche e tante gioie quasi settantenne, sei anche tu legata a noi Zecchini nel ricordo della cara nonna Elda.

Maria Silvia

La nostra mamma, Elda Bertolotti, era persona dal carattere forte, sorretta da una profonda fede cristiana, che l’aiutò nelle decisioni quotidiane nella vita, unendo ad una tenace determinazione, grande bontà e dolcezza d’animo. Mai dimenticò la sue origini e il paese dove era nata; la sua persona esprimeva generosità ed amicizia, fu sempre disponibile ad ascoltare ed accogliere quanti si rivolsero a lei per essere aiutati, avendo un’attenzione particolare per le persone della sua valle. Superò molte difficoltà e dolori; da buona moglie rimase sempre a fianco del marito nella sfortuna, nelle difficoltà economiche e nella sua lunga malattia; alla sua morte continuò la sua opera di mamma, facendo crescere i suoi figli educandoli ai buoni principi ed alla riconoscenza verso chi li aveva messi al mondo.

Emiliana, Enzo, Marta, Giovanna, Camilla e Maria Silvia

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